5 film horror con personaggi goth
La sottocultura goth nel cinema horror, da La notte dei demoni (1988) a Licantropia Evolution – Ritorno al presente (2000), passando per Giovani streghe (1996).
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Film horror con personaggi goth
Il cinema dell’orrore e il mondo delle sottoculture si sono incontrati in numerose occasioni, e infatti se ne contano numerosi esempi di film punk horror. Oltre ai punk rocker, anche i goth – o dark, se preferite! – sono stati spesso protagonisti di pellicole del terrore.
Il capostipite di questo filone – da non confondere con l’horror gotico – è forse il film britannico Miriam si sveglia a mezzanotte (1983) di Tony Scott, i cui protagonisti Miriam (Catherine Deneuve) e John (David Bowie) assistono a un’esibizione dei Bauhaus e adescano una coppia goth per un’orgia a base di sangue.
Quanto segue non è una panoramica completa dei film horror con personaggi goth, visto che un elenco del genere consterebbe di diverse decine di titoli. Ci limitiamo infatti a presentare dei lungometraggi interessanti, in cui i goth rivestono il ruolo di protagonisti.
La notte dei demoni (1988)
Divertente commedia horror e sexy di Kevin Tenney, in bilico tra punk horror e goth. Il cast comprende Linnea Quigley – ormai una celebrità, dopo il successo de Il ritorno dei morti viventi (1985) – nel ruolo di Suzanne e la ballerina Amelia Kinkade in quello della goth Angela Franklin.
Tra le scene di culto si cita almeno l’ipnotica danza di Angela sulle note di Stigmata Martyr dei Bauhaus. La colonna sonora include brani punk e hard rock.
Del film esistono due seguiti, Night of the Demons 2 (1994) e l’evitabile Night of the Demons III (1997), le cui colonne sonore sono più focalizzate sull’hard rock e sul metal.
Anche il rifacimento Night of the Demons (2009) presenta richiami stilistici al goth e al punk, ma è poco interessante dal punto di vista musicale. Sia i seguiti che il remake sono inediti in Italia.
Giovani streghe (1996)
Classico horror soprannaturale degli anni ’90 diretto da Andrew Flaming, ricco di spunti sul razzismo, la condizione femminile, l’emarginazione tra i giovani e l’accettazione di se stessi. Nonostante qualche scivolone (da esaminare nel contesto culturale dell’epoca), gli aspetti politici del film si fanno ancora apprezzare.
Una delle protagoniste, Nancy (Fairuza Balk), sfoggia uno stile goth, a cui si rifanno – sia pure in maniera più timida – anche le sue amiche, e la colonna sonora include brani industrial e post-punk.
A Giovani streghe – titolo originale The Craft – va il merito (o forse il demerito?) di aver rilanciato in ambito horror il cliché dell’adolescente emarginata e abbigliata di nero, presentato al grande pubblico oltre un decennio prima da John Hughes con Breakfast Club (1985); tuttavia, a differenza di quanto accade con Allison, per Nancy non c’è redenzione.
Sia Fairuza Balk che la coprotagonista Neve Campbell interpreteranno di nuovo dei personaggi gothic, rispettivamente in American History X (1998) e nel neo-noir Sex Crimes – Giochi pericolosi (1998).
La Blumhouse ha recentemente realizzato un soft reboot del lungometraggio, The Craft – Legacy (2020), discreto ma mirato a un pubblico strettamente adolescenziale.
La sposa di Chucky (1998)
Ronny Yu dirige il quarto capitolo – apertamente ispirato a La moglie di Frankenstein (1935) – della saga slasher avviata da Tom Holland con La bambola assassina (1988).
Simpaticissima Jennifer Tilly nel ruolo di Tiffany: la ragazza sfoggia un edulcorato abbigliamento goth, che manterrà nella reincarnazione sotto forma di bambola. Più credibile l’aspetto del suo amante, interpretato dalla scomparsa artista e attivista transgender Alexis Arquette.
La colonna sonora è simile a quella di altri film con personaggi goth, visto che spazia dall’industrial al metal, fino alla new wave.
Il film è divertente e tecnicamente valido, e il suo successo di pubblico ha incoraggiato la realizzazione di ulteriori seguiti, ovvero Il figlio di Chucky (2004), La maledizione di Chucky (2013) e Il culto di Chucky (2017), nei quali – a parte il look di Tiffany – mancano altri richiami alla sottocultura.
Urban Legend (1998)
Film dell’orrore incentrato sulle leggende metropolitane, appartenente all’ondata slasher incoraggiata dal successo di Scream (1996).
Anche se la tensione latita, Urban Legend è un lungometraggio divertente, il cui nesso con le sottoculture è costituito principalmente dallo stile goth di Tosh Guaneri (Danielle Harris) e di un suo occasionale amante. Divertente la scena in cui la giovane conversa con uno sconosciuto sulla chat del sito Goth 4 Goth: l’intesa scatta quando i due scoprono che il farmaco preferito di entrambi è il litio.
In occasione di una festa in maschera, il look gothic è adottato anche da altri personaggi. L’ampio cast include Tara Reid e i veterani Robert Englund e Brad Dourif. Il film andò bene al botteghino, tanto da ispirare i seguiti Urban Legend – Final Cut (2000) e Urban Legend 3 (2005).
Licantropia Evolution – Ritorno al presente (2000)
Horror canadese piuttosto notevole, a dispetto del titolo dozzinale dell’edizione italiana. Il film, diretto da John Fawcett, fu trasmesso per la prima volta in televisione con il nome originale, Ginger Snaps, ma a quel punto – siamo nel 2007 – erano già usciti sia Ginger Snaps 2 – Unleashed che il successivo Ginger Snaps Back – The Beginning, entrambi del 2004, distribuiti in Italia rispettivamente come Licantropia Apocalypse e Licantropia.
Al momento della pubblicazione sul mercato home video, il primo capitolo della trilogia fu quindi rinominato Licantropia Evolution – Ritorno al presente, facendolo sembrare un seguito dei suoi seguiti. Ma andiamo oltre.
Il film offre diversi spunti interessanti, sia sul versante horror – siamo di fronte a una riuscita reinterpretazione della licantropia – che su quello degli argomenti trattati: l’emarginazione giovanile, il passaggio dalla pubertà alla maturità sessuale e quindi il rapporto con il sesso opposto, oltre che con la famiglia.
Le due protagoniste – le sorelle Ginger (Katherine Isabelle) e Brigitte (Emily Perkins) – pur ispirandosi al goth vestono in modo trasandato. Nel corso del film, il look gothic di Ginger sarà però enfatizzato, in modo da sottolineare la progressiva trasformazione fisica e caratteriale del personaggio.
Riconducibili al goth sono pure la fascinazione della morte subita dalle protagoniste, così come una parte della colonna sonora, che però si focalizza sul lato industrial e metal della sottocultura.
Visione raccomandata, soprattutto se si è in cerca di lavori originali e non della solita riproposizione di personaggi adolescenti che si preparano a diventare adulti.
Katherine Isabelle interpreterà in seguito un body horror mai uscito ufficialmente in Italia, American Mary (2012) delle sorelle Soska, con richiami al punk e ad altre sottoculture.
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