Jason Voorhees mette in fuga uno skinhead in Venerdì 13 parte VIII (1989)
Uno strano incontro in Venerdì 13 parte VIII – Incubo a Manhattan (1989): Jason Voorhees spaventa uno skinhead e la sua gang di teppisti.
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Il cinema horror e gli skinhead
Il cinema horror – ma anche quello di fantascienza – ha più volte preso in considerazione lo stile e la musica punk, ma non si può dire che siano state dedicate altrettante attenzioni alla sottocultura skinhead, se si escludono pochi film come Green Room (2015) di Jeremy Saulnier, incentrato su un gruppo di punk rocker che finisce casualmente per esibirsi in un raduno white power: si tratta quindi di bonehead e non di skin tradizionali, con tutto ciò che ne consegue!
Jason Voorhees conquista Manhattan
Un’ulteriore eccezione è costituita dal film slasher Venerdì 13 parte VIII – Incubo a Manhattan (Friday the 13th Part VIII – Jason Takes Manhattan) di Rob Hedden, uscito nel 1989, sicuramente non il miglior capitolo della saga, visto che si riscatta soltanto verso il finale.
In questo sequel, il cadavere di Jason Voorhees – che giace in fondo al Crystal Lake – prende di nuovo vita a causa di un incidente, e l’assassino mascherato può tornare a far fuori chiunque gli capiti a tiro.
Deciso a sterminare un gruppo di persone che si trova all’interno di una nave, Jason sale a bordo e, tra un’uccisione e l’altra, finisce per sbarcare a New York, dove dà la caccia a una coppia sfuggita al massacro.
Senza anticipare ulteriormente il film – consigliabile solo ai fan più accaniti del filone slasher – ci limitiamo a descrivere la scena di nostro interesse: il buon Jason, nel corso dell’inseguimento, trova il tempo di importunare uno skinhead e alcuni suoi amici (una specie di punk, una sorta di gangster ispanico e un teppistello generico), tirando un calcio al loro stereo mentre ascoltano ad alto volume della musica hip hop.
Il gruppo di teppisti impugna le armi, e tenta quindi di affrontare Jason, il quale – non ritenendoli degni di ulteriori attenzioni – si limita a sollevare la maschera da hockey, mostrandogli il volto sfigurato e mettendoli così in fuga senza neanche doverli sfiorare.
Guarda la scena in cui Jason affronta lo skinhead!
Segue un clip della scena, che è forse una delle poche parti della pellicola che vale la pena di visionare, quantomeno per i maniaci dell’horror e per gli appassionati di sottoculture.
Se vuoi saperne di più sulla vera identità dello skinhead, continua a scorrere la pagina e leggi l’appendice di questo articolo!
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Appendice – Lo skinhead di Venerdì 13 parte VIII è interpretato da Daryl Kahan dei Citizens Arrest
Secondo le voci che corrono sui social, la testa rasata messa in fuga da Jason Voorhees sarebbe Daryl Kahan, veterano della scena New York Hardcore. In effetti, all’interno del gruppetto di teppisti, lo skin è l’unico ad avere un aspetto credibile.
Incuriositi dalla faccenda, abbiamo contattato Daryl, che ha confermato di essere lo skin di Venerdì 13 parte VIII e ha aggiunto che la scena in questione è stata girata nell’88, quando esibiva ancora un abbigliamento skinhead.
Daryl ha militato come cantante o come batterista in numerose band hardcore, grindcore e death metal: tra i nomi più noti citiamo, oltre ai Citizens Arrest, gli Assück, i Born Against, i Disma e i Funebrarum.
Per quanto riguarda il suo passato skinhead, rimandiamo a un’interessante intervista da lui rilasciata nel 2006, e pubblicata due anni più tardi dal blog You Breed Like Rats.
Nella conversazione c’è un interessante passaggio in cui l’intervistatore chiede a Daryl quali siano le sue idee politiche, e lo interroga a proposito della presenza di nazi ai concerti che, negli anni ’80, si tenevano a New York e nelle immediate vicinanze:
All’epoca, a New York, non c’era alcuna tolleranza per quegli stronzi nazisti, ma quando ho iniziato a vedere skinhead neri che indossavano delle svastiche e ragazzi asiatici con le toppe white power ho capito che le cose stavano andando fuori controllo.
Ho smesso di essere uno skinhead intorno al 1989, e lo sono diventato nel 1983 o giù di lì…
Daryl, poi, si dilunga sulle sue opinioni politiche: ribadisce la propria antipatia per George W. Bush e per la politica estera statunitense ed afferma, poi, di essere «piuttosto di centro, con tendenze di sinistra per quanto riguarda i diritti dei lavoratori, l’educazione, l’Iraq, ecc.»
Nel corso dell’intervista, il musicista attribuisce tali influenze al fatto di aver frequentato il noto collettivo artistico del Lower East Side, l’ABC No Rio, che si trova su posizioni «decisamente di sinistra, se non anarchiche», ed è storicamente vicino alla scena hardcore e punk locale.
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Questo articolo è stato pubblicato il 13 aprile 2018 e aggiornato l’11 settembre 2024.
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