“I ribelli della collina” di Valerio Lazzaretti
Letizia Lucangeli parla del nuovo libro di Valerio Lazzaretti, volto storico del punk romano
🇬🇧 Non-Italian speakers take note! This blog post is only available in Italian language. However, you can still rely on Google Translate for a rough translation.
I ribelli della collina
Definire romanzo il nuovo lavoro di Valerio Lazzaretti sembra piuttosto riduttivo. I ribelli della collina – Biografia di una banda di punk (Roma, 1980-1987), con prefazione di Simone Lucciola, è un corposo esercizio di memoria storica, un compendio estremamente documentato della scena romana underground anni ’80, periodo storico a lungo frainteso di cui finalmente in questi anni viene ricordato il fermento sottoculturale, colpevolmente nascosto dal mainstream sotto tonnellate di lustrini e spalline.
In realtà, I ribelli della collina prende le mosse dagli ultimi scampoli del decennio precedente, caratterizzati dalla lotta armata e dal movimento più incompreso e osteggiato tra tutti, quello del ’77, di cui le istituzioni avvertivano con timore la potenza sovversiva, rimosso dalla coscienza nazionale o raccontato con false narrazioni.
La Roma del passaggio tra gli anni ’70 e ’80 è una città polarizzata tra due estremi politici; per Valerio e i suoi amici, i Los protagonisti del libro, la provenienza da Roma Nord significa scontri pressoché quotidiani con la violenza squadrista dei neofascisti, che costituiscono la maggioranza nei quartieri di quell’area.
Decidere di diventare punk alla fine degli anni ’70 è già difficile in Italia, dove qualsiasi innovazione dal basso è guardata con sospetto e puntualmente giudicata con anacronistico bigottismo: decidere di diventarlo a Roma, che per questioni geografiche è una città lontana dalle influenze europee e per mentalità poco aperta al nuovo, è un’impresa davvero ardua.
Eppure, è spesso nei posti apparentemente senza speranza che attecchisce meglio la ribellione: il libro di Valerio Lazzaretti rappresenta una testimonianza di questa ostinata volontà di “essere assolutamente moderni”, per dirla con Rimbaud.
I ribelli della collina è una testimonianza dell’intreccio costante tra le vicende storiche e quelle personali dei protagonisti, che assistono ai primi grandi concerti nella capitale, vedono la nascita dei primi locali romani in cui gli appartenenti alle varie sottoculture urbane si radunano, fanno esilaranti vacanze, sono regolarmente perseguitati dalle guardie, emanazione di uno stato che punisce chi non si allinea.
Di particolare interesse la sezione del libro in cui Valerio racconta del suo soggiorno a New York negli anni della genesi del punk hardcore, che ci restituisce l’immagine di una città livida, disperata e vitale, individualista e autolesionista fino al parossismo, lontana anni luce dalla Roma inondata di sole e colma di bellezze storiche in cui è nato e cresciuto.
La sensazione che si riceve da I ribelli della collina è quella, insieme allegra e malinconica, di un mondo che non esiste più, in cui la durezza quotidiana della vita da punk in una società culturalmente arretrata è in parte compensata dalla meravigliosa sensazione della nascita di qualcosa di davvero importante, che avrebbe segnato la musica e lo stile degli anni a venire, in una città in cui fenomeni contemporanei come la gentrificazione o subdole forme di ghettizzazione, sebbene già in nuce, appartenevano ancora a un futuro lontano.
Come ordinare il libro
Valerio Lazzaretti, I ribelli della collina, Red Star Press / Hellnation Libri 2020, 505 pp., con numerose foto e illustrazioni: contattaci per info e ordini o visita il nostro negozio.
Segui Crombie Media
Se sei interessato alla musica e alle sottoculture, e non vuoi perdere i nostri prossimi post, seguici sui social (Facebook, Instagram, Twitter) e iscriviti alla nostra newsletter!