Motownopoly

Motownopoly, il gioco da tavolo a base di musica soul

Un raro clone del Monopoly rende omaggio alla storica etichetta black di Detroit.

Motownopoly, il Monopoly dedicato alla Motown Records

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Il gioco del Monopoly

Agli inizi del ‘900 l’autrice di giochi da tavolo Elizabeth Magie, statunitense, creò The Landlord’s Game, il cui scopo era criticare il monopolio delle terre e favorire la diffusione del pensiero georgista.

Nel 1935, la Parker Brothers pubblicò il Monopoly, che era stato inventato qualche tempo prima da Charles Darrow, il quale aveva ripreso e modificato la creazione della Magie.

Poi, nel 1991, la Hasbro acquistò la Parker Brothers, entrando così in possesso dei diritti relativi al prodotto.

In Italia, il gioco è noto anche nella grafia Monopoli, utilizzata dalla Editrice Giochi fino al 2009, anno in cui la Hasbro divenne il distributore ufficiale del Monopoly anche in Italia e ne ripristinò la denominazione originale.

Arriva Motownopoly!

Il gioco del Monopoly è così popolare da aver ispirato, nel tempo, numerosissime varianti, sia ufficiali – cioè prodotte dalla Hasbro – sia non autorizzate, ovvero pubblicate da altre case editrici.

La versione di nostro interesse è stata realizzata nel 2003 dalla Late for the Sky di Cincinnati – casa specializzata nella produzione di cloni del Monopoly – ed è ovviamente incentrata sull’etichetta soul Motown, la cui musica, negli anni ’60, fece da colonna sonora ai mod e alla prima generazione di skinhead.

Nel Motownopoly – la cui tagline è «a game about the music that changed America» – i giocatori non hanno a che fare con strade, palazzi e alberghi, ma piuttosto con canzoni soul, contratti discografici, studi di registrazione, dischi d’oro e via dicendo.

Altre peculiarità di Motownopoly sono le pedine – che hanno la forma di oggetti connessi al mondo della musica (strumenti, juke box, ecc.) – e la presenza di carte denominate big hit (grandi successi) e contingency plan (piani d’emergenza) in luogo dei consueti imprevisti e probabilità.

Nella confezione è incluso un CD targato Universal Music Special Markets – sottoetichetta della Universal Music Group, a cui fa capo la Motown – contenente alcuni classici dell’etichetta soul di Detroit.

Le canzoni incluse nella compilation – che non svolge una vera e propria funzione ai fini del gioco, ma ha il solo scopo di accompagnarne l’esecuzione – sono Shop Around dei Miracles, My Girl dei Temptations, Stop! In the Name of Love delle Supremes, I Can’t Help Myself dei Four Tops, I Heard It Through the Grapevine di Marvin Gaye e I Want You Back dei Jackson 5.

Si tratta, quindi, di appena sei tracce per la durata complessiva di neanche 18 minuti, un po’ poco se si pensa che una partita al Monopoly dura in media un’ora e mezzo.

Sfortunatamente, il Motownopoly è difficile da reperire tramite i canali ufficiali, ma di tanto in tanto spunta fuori su siti come eBay, anche se talvolta a prezzi relativamente elevati.

La rarità del prodotto potrebbe dipendere dal fatto che – secondo fonti non verificate – questo sarebbe stato ritirato dal mercato soltanto poco tempo dopo la sua pubblicazione, a causa di non meglio specificati problemi di copyright.

Ciò significa, probabilmente, che vi furono pressioni legali da parte della Hasbro. In effetti, il coinvolgimento della Universal e la presenza del logo Motown sulla confezione lasciano pensare che, almeno dal punto di vista dei diritti musicali, l’operazione della Late for the Sky sia stata del tutto legittima, e che potrebbe persino essere stata commissionata dalla stessa casa discografica.

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Questo articolo è stato pubblicato il 9 maggio 2018 e aggiornato il 4 gennaio 2024.

Pubblicato da

Flavio Frezza

Mi occupo di sottoculture (skinhead, mod, punk, ecc.) e dei generi musicali a queste connessi. Gestisco il blog Crombie Media, canto nei Razzapparte e sono il manager degli Unborn. Nel 2017 Hellnation Libri ha pubblicato il mio libro Italia Skins, e in seguito la stessa casa editrice ha dato alle stampe le edizioni italiane di Spirit of '69, Skinhead Nation e Skin, curate dal sottoscritto. Se vuoi saperne di più, leggi il seguente articolo: Un’intervista con Flavio Frezza: gli skinhead italiani e il libro “Italia Skins”.

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