Jerry Dammers and The Specials

Jerry Dammers, gli Specials e le sottoculture

A 40 anni dalla nascita della 2 Tone, parliamo dei rapporti tra il suo fondatore Jerry Dammers, gli Specials e gli stili giovanili

Jerry Dammers (The Specials)

🇬🇧 Non-Italian speakers take note! This article about Jerry Dammers, The Specials and 2 Tone Records is only available in Italian, but you can read a shortened version of this post in English: Jerry Dammers meets a gang of skinheads. Anyway, if you still want to read the complete article, you can rely on Google Translate for a rough translation.

Dal tour con i Clash alla 2 Tone

George Marshall, nel suo Spirit of ’69, racconta che gli Specials, dopo il fallimentare tour del luglio del ’78 con i Clash, decisero di rilanciarsi tramite una serie di stratagemmi, ispirati – a quanto pare – dai loro contatti con Bernie Rhodes, manager del gruppo di Joe Strummer.

La prima parte del piano prevedeva che gli Specials – noti, all’inizio, come “The Automatics” o “The Coventry Automatics” – rielaborassero la propria musica: l’iniziale fusione tra punk e reggae sembrava non piacere al pubblico, pertanto la formazione – la cui mente principale era il tastierista Jerry Dammers – pensò di mantenere l’energia e la velocità del punk rock, mescolandola però con la musica ska, che nel corso del decennio precedente aveva fatto ballare prima i mod e poi gli skinhead.

Il risultato fu il ritmo contagioso che tutti conosciamo, che nel giro di poco tempo fece finire in classifica la band di Coventry, e la portò sul palco della nota trasmissione musicale della BBC, Top of the Pops.

La seconda idea fu quella di fondare una casa discografica in grado di rilanciare gli Specials e di scoprire nuove band, visto che in diverse parti del paese stavano nascendo – o erano attive da qualche tempo – altre formazioni che reinterpretavano i ritmi caraibici di alcuni anni prima, rinvigorendoli secondo i gusti moderni. Ci riferiamo ai Madness, ai Bad Manners, ai Selecter, agli UB40 e ad altri ancora.

La nuova etichetta, nella testa di Dammers, avrebbe dovuto dar vita a un vero e proprio movimento, che avrebbe orbitato intorno a lei. Stiamo parlando, ovviamente, della 2 Tone Records, che fu fondata quarant’anni fa, nel 1979.

La terza parte del piano degli Specials comprendeva l’adozione di un nuovo look, derivante da un lato dallo stile dei rude boy giamaicani, e dall’altro dal modernismo e dalle sottoculture che, negli anni, si erano evolute a partire da esso.

The Special AKA "Gangsters" 7" (2 Tone Records, 1979)
“Gangsters”, il singolo di debutto degli Specials (che in questo caso compaiono come “The Special AKA”), pubblicato dalla 2 Tone Records nel 1979.

1979, l’anno delle sottoculture

Il periodo scelto dagli Specials per il cambio di look non poteva essere migliore: il ’79 fu infatti l’anno del revival mod e – proprio grazie al lavoro della 2 Tone – del ritorno dei rude boy, anche se stavolta si trattava soprattutto di ragazzi e ragazze bianchi, che sembravano ispirarsi soltanto in parte ai loro omonimi giamaicani.

Era in corso pure il revival skinhead, che era iniziato timidamente nel ’76, per poi espandersi e diramarsi in due tendenze stilistiche principali, una più influenzata dal punk e un’altra più fedele alle origini.

Tutte queste sottoculture, inoltre, s’influenzavano a vicenda, e non era sempre facile distinguere uno skin da un mod, oppure da un rude boy, anche alla luce del fatto che – come conferma la testimonianza di Stewart Home – gli stessi ragazzi, in base al tipo di serata, potevano cambiare alcuni dettagli del proprio abbigliamento per avere un look più appropriato.

Tornando agli Specials, bisogna dire che la loro mossa, pur essendo stata studiata a tavolino, non nasceva dal nulla, visto che diversi componenti del gruppo non erano nuovi al mondo degli stili giovanili: Jerry Dammers, in particolare, quando era molto giovane aveva abbracciato il modernismo, per poi avvicinarsi alle sottoculture skinhead e suedehead.

Probabilmente, fu proprio la familiarità degli Specials con i culti giovanili a favorire i loro rapporti con gli skin, che invece, almeno agli inizi, intimorivano altri musicisti del revival ska.

Il punto di vista degli Specials

Esistono testimonianze dei componenti degli Specials che confermano, almeno in parte, come le cose siano andate effettivamente in questa maniera.

Jerry Dammers, infatti, ricollega i cambi di direzione del gruppo a quanto avvenne durante l’On Parole Tour con i Clash. Il tastierista fa riferimento soprattutto al concerto di Bracknell, nell’Inghilterra meridionale, dove i bonehead del National Front provocarono dei disordini:

Quella sera nacque il concetto che è alla base degli Specials.

Era ormai ovvio che il revival mod e skinhead fosse alle porte, e io cercavo di assicurarmi che non andasse nella direzione voluta dal National Front.

Pensavo, idealisticamente, che saremmo dovuti arrivare a quelle persone, ed è così che ideammo la nostra nuova immagine e iniziammo a usare lo ska al posto del reggae.

Il bassista Horace Panter ammette che il cambio di look fu un’esigenza dovuta all’aspetto strano e mal assortito che la formazione aveva agli inizi, e che evidentemente aveva bisogno di essere ripensato:

Capimmo che il revival del modernismo stava iniziando e comprammo dei completi tonic a Gosford Street [via storica di Coventry – NdR], che in quel periodo erano molto economici.

The Specials: Neville Staple e Jarry Dammers
Neville Staple e Jerry Dammers degli Specials, 1979. Foto: Rex Features.

Jerry Dammers e la gang di skinhead

Per rimanere in tema, riportiamo un aneddoto accaduto nel dicembre del 1979 nella città di Hemel Hempsead, che si trova a poche decine di chilometri da Londra.

L’episodio è tratto da un vecchio articolo scritto da Allan Jones per il Melody Maker, poi riprodotto da George Marshall sul frontespizio del suo primo libro, The Two Tone Story (1990). Il testo originale è visionabile in un altro post di questo blog, così come sulla nostra pagina Instagram.

Erano in sei, chiassosi e sghignazzanti, e camminavano nella nostra direzione.

Piccoli skinhead presuntuosi con giacche Harrington, Dr. Martens e Levi’s arrotolati sopra le caviglie.

Andavano a vedere gli Specials al Pavilion di Hemel Hempstead. Il loro capo aveva il naso schiacciato e i denti rovinati.

«Vai al concerto?», chiese a Dammers.

«Penso di sì», disse Dammers, e s’incamminò con loro.

«Di dove sei?», gli chiesero.

«Di Coventry», rispose.

«Quindi hai fatto tutta questa strada per il concerto?», gli chiesero, divertiti.

«Una specie», disse Dammers.

«Perché?», gli chiesero.

«Faccio parte del gruppo», disse.

«Gli Specials?», gli domandarono, visibilmente eccitati.

«Esattamente», disse Dammers.

«E tu chi sei?», gli chiesero. «Horace?»

«Sono Jerry», disse Dammers.

«Jerry chi?», gli chiesero ridendo, un po’ sospettosi.

«Non ricordo di averti visto a Top Of The Tops», disse il giovane skinhead con il naso schiacciato e i denti rovinati.

«Probabilmente mi stavo nascondendo», gli rispose.

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Pubblicato da

Flavio Frezza

Mi occupo di sottoculture (skinhead, mod, punk, ecc.) e dei generi musicali a queste connessi. Gestisco il blog Crombie Media, canto nei Razzapparte e sono il manager degli Unborn. Nel 2017 Hellnation Libri ha pubblicato il mio libro Italia Skins, e in seguito la stessa casa editrice ha dato alle stampe le edizioni italiane di Spirit of '69, Skinhead Nation e Skin, curate dal sottoscritto. Se vuoi saperne di più, leggi il seguente articolo: Un’intervista con Flavio Frezza: gli skinhead italiani e il libro “Italia Skins”.

6 commenti su “Jerry Dammers, gli Specials e le sottoculture”

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